Prezzo del latte: aumento dei costi dei fattori produttivi e siccità rendono la situazione drammatica

Il mondo del latte e dei prodotti caseari sta attraversando un periodo particolarmente difficile

Il mondo del latte e dei prodotti caseari sta attraversando un periodo particolarmente difficile: dopo due anni di pandemia deve far fronte ad altri problemi come l’aumento dei costi di produzione e in particolare dell’energia (ma sono aumentati anche i costi della razione alimentare e quelli colturali), mentre i produttori lamentano che in molti casi i prezzi alla stalla sono rimasti gli stessi.

La situazione in questo momento si può definire drammatica senza timori di esagerare, e c’è anche chi prospetta che la zootecnia, con i problemi attuali, è a rischio default. Le stalle lamentano l’aumento medio del 56% dei costi correnti di produzione: l’energia, sicuramente, ma anche la carta, il cartone e altro. Tale criticità è dovuta all’effetto congiunto dell’aumento dei costi energetici e dei mangimi.

Prezzo del latte: una situazione ormai drammatica

Prezzo del latte: costi produttivi e siccità rendono la situazione drammatica

Ma non solo, oltre a questi fattori se ne aggiunto un altro legato al clima. Sintomatico è quello che ha dichiarato a Il Giorno Davide Canegrati, allevatore di Truccazzano, che a causa di un clima impazzito ha visto la sua produzione calare del 10%: “Doccette e impianto di raffrescamento non riescono a ridurre il calo di produzione. Di solito consegniamo 77 quintali al giorno, ma ora i nostri 440 capi ‘scioperano’: troppo caldo. Senza aiuti, sarà il default”.

È una delle tante conseguenze di questa rivoluzione epocale che è il cambiamento climatico: “Abbiamo cominciato a pagare il conto al cambiamento climatico 5 anni fa, ma non è mai successo che in stalla l’allarme suonasse per 4 ore consecutive: significa che umidità e temperatura sono completamente fuori scala”.  “Per le mucche il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre gli animali mangiano poco, bevono molto e si bloccano. Per questo sono scattate le contromisure anti-afa, con gli abbeveratoi che lavorano a pieno ritmo: in questi giorni ogni esemplare è arrivato a consumare fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi meno caldi” – ha concluso Canegrati a testimonianza di come ormai la situazione nelle campagne sia diventata drammatica.

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